Pesci fuor d’acqua

L’espressione proverbiale indica un fenomeno raro, straordinario, uno che si trova spaesato in un ambiente completamente diverso da quello a cui è abituato.

In realtà l’evoluzione ha portato i pesci più volte a sfruttare l’ambiente aereo, e vivere per tempi anche lunghi fuori dal loro ambiente naturale.

Un recente articolo pubblicato sulla rivista scientifica Evolution elenca pesci appartenenti a 33 diverse famiglie che mostrano attività terrestri, spesso evolute in modo indipendente.

Specie come il perioftalmo (foto) o certe anguille possono trascorrere ore fuor d’acqua. Molti blennidi (bavose) si lasciano spiaggiare dalle onde e cercano il cibo fuori dell’acqua in bassa marea.

La difficoltà maggiore che i pesci incontrano nella vita terrestre non è tanto nella respirazione o nella locomozione, compiti per cui ci si arrangia in qualche modo, utilizzando l’ossigeno disciolto nel muco superficiale e le pinne pettorali per arrancare. La cosa più difficile è evitare la disidratazione per adulti e uova attraverso rivestimenti troppo sottili e deboli, problema la cui soluzione in termini evolutivi consentì ai rettili la piena colonizzazione delle terre emerse.

Massimo Boyer
Author: Massimo Boyer

Biologo marino, fotografo sub e scrittore, tour operator, istruttore e guida. Ottimo conoscitore dei fondali Indonesiani. Autore di 4 libri: La fotografia naturalistica subacquea. Tra tecnica, arte e scienza, Scilla. Storia di uno squalo bianco, L'agenda del fotosub. Diventa fotografo subacqueo in 12 mesi, Atlante di flora e fauna del reef e oltre 500 articoli di subacquea. Insegna Fotografia Subacquea all'Università di Genova, collabora con l'Università Politecnica delle Marche e con l'Università di Milano Bicocca. https://rubrica.unige.it/personale/UkJFXVpo

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