pelle dei pesci

La tecnologia imita la pelle dei pesci

La natura insegna.

Alla Rice University, secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Advanced Material Interfaces, un gruppo di ricercatori ha scoperto di poter aumentare la rigidità di polimeri di silicone morbidi inserendo nella struttura piccolissime tasche ripiene di gallio liquido. L’utilizzo pratico è ad esempio in strutture che devono assorbire urti forti e in strutture biomimetiche come dischi intervertebrali artificiali.

E che c’entra la natura? C’entra, c’entra sempre. L’ispirazione infatti viene da strutture come la pelle dei pesci di profondità e dei mammiferi marini che fanno immersioni profonde, che contengono miriadi di microscopiche concamerazioni ripiene di olio. Queste rendono la struttura esterna dell’animale resistente alla pressione che trova a migliaia di metri di profondità.

La cosa interessante è l’utilizzo di un liquido all’interno di un solido soffice per renderlo più duro e resistente anziché più morbido, come sarebbe intuitivo. La natura è copiata anche nell’alternanza di vescicole più grandi, di scala pari a 1/1000 di millimetro e di vescicole invece 1000 volte più piccole, cposa che sembra produrre un effetto di indurimento anche maggiore.

Massimo Boyer
Author: Massimo Boyer

Biologo marino, fotografo sub e scrittore, tour operator, istruttore e guida. Ottimo conoscitore dei fondali Indonesiani. Autore di 4 libri: La fotografia naturalistica subacquea. Tra tecnica, arte e scienza, Scilla. Storia di uno squalo bianco, L'agenda del fotosub. Diventa fotografo subacqueo in 12 mesi, Atlante di flora e fauna del reef e oltre 500 articoli di subacquea. Insegna Fotografia Subacquea all'Università di Genova, collabora con l'Università Politecnica delle Marche e con l'Università di Milano Bicocca. https://rubrica.unige.it/personale/UkJFXVpo

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