Totoaba e Vaquita

Dal titolo sembra un brutto telefilm, invece è una storia di conservazione e di globalizzazione, anche complicata.

Totoaba è il nome di un pesce (Totoaba macdonaldi) della famiglia degli scienidi, praticamente una corvina di 2 m di lunghezza, endemica del golfo di California, seriamente minacciata di estinzione per la pesca e per la modificazione del suo habitat. Dal 1975 in Messico ne è proibita la cattura.

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Come molti pesci, la totoaba ha una vescica natatoria, o vescica gassosa: un organo che estrae gas dal sangue per equilibrare la spinta di galleggiamento del pesce, una specie di GAV fisiologico.

Un brutto giorno qualcuno in Cina decide che la vescica natatoria di questo grosso scienide è un ingrediente fondamentale di una zuppa deliziosa, e inoltre fa bene per la fertilità, per la circolazione del sangue e per qualche malattia della pelle.

Morale: oggi un pescatore messicano che venda una sola vescica natatoria di totoaba sul mercato nero, per l’esportazione illegale verso Hong Kong, guadagna più di quanto guadagnerebbe in un mese di lavoro duro.

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Il pescione continua a essere pescato illegalmente con reti che catturano e uccidono anche altri animali innocenti, come squali, cetacei, tartarughe.

La vaquita (Phocoena sinus) è una piccolissima focena, un delfino senza rostro endemico del mare di Cortez, di cui soravvivono circa 150 individui (ha il triste primato di uno dei cetacei più minacciati di estinzione). Non serve a niente, nessun pescatore messicano la ucciderebbe volontariamente, ma una delle cause principali di mortalità è la cattura accidentale nelle reti messe per la totoaba.

Riassunto: un pesce messicano è cacciato solo per la sua vescica natatoria, per preparare una zuppa venduta a carissimo prezzo nei ristoranti di Hong Kong, e questo porta rapidamente all’estinzione un delfino messicano. Sembra proprio la brutta trama di un telefilm, invece succede davvero.

Immagine di apertura da http://www.onegreenplanet.org/

Massimo Boyer
Author: Massimo Boyer

Biologo marino, fotografo sub e scrittore, tour operator, istruttore e guida. Ottimo conoscitore dei fondali Indonesiani. Autore di 4 libri: La fotografia naturalistica subacquea. Tra tecnica, arte e scienza, Scilla. Storia di uno squalo bianco, L'agenda del fotosub. Diventa fotografo subacqueo in 12 mesi, Atlante di flora e fauna del reef e oltre 500 articoli di subacquea. Insegna Fotografia Subacquea all'Università di Genova, collabora con l'Università Politecnica delle Marche e con l'Università di Milano Bicocca. https://rubrica.unige.it/personale/UkJFXVpo

2 commenti su “Totoaba e Vaquita”

  1. Massimo Marchetti

    E’ veramente una brutta storia e sembra impossibile che nessuno ci possa fare niente! Tutte queste vicende accadono nell’ indifferenza di chi dovrebbe intervenire. Non a caso nell’ aeroporto di Jakarta ho fotografato un bel mucchio di pinne di squalo esposte tranquillamente fuori da un negozio !!!

  2. In questo caso il governo messicano collabora, Sea Shepherd ha lanciato l’operazione Milagro. Purtroppo non e’ facile controllare questi traffici illegali, considera che non si tratta di una cosa grossa come zanne di elefante, ma di una vescichetta seccata..

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